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Posts Tagged ‘benedizione’

samurai

Vivete in un mondo in continua competizione. Se siete decisi, la competizione non vi spaventerà, ma vi renderà più forti. Dovete fare del vostro meglio ogni giorno, in ogni circostanza, allora potrete avere successo. Ma molti esseri umani non si impegnano. Oppure pensano che a loro vada sempre tutto storto e si ritengono sfortunati. Perché le cose non dovrebbero andare male? Non si adoprano per far crescere i semi del successo racchiusi nelle loro menti; sono troppo impegnati con le cose inutili.

Molti pensano di non avere dentro di loro i semi del successo, ma voi li avete. Potete riuscire. Potete avere successo. Ma se pensate: “Sono finito”, siete finiti in quello stesso momento; avete già emesso la sentenza del vostro fallimento. Se invece siete positivi e pensate: “Va tutto bene, avrò successo”, e continuate a tentare, riuscirete nel vostro intento.

Non continuate a pensare agli insuccessi passati. Chi ha questa abitudine è persuaso che tutti i suoi progetti finiranno in un fallimento. Perché? Perché la sua mente è convinta che non avrebbero avuto successo. Più di una volta io mi sono trovato senza un centesimo mentre cercavo di provvedere a questa opera, ma ho sempre raggranellato i fondi necessari. Ci vuole coraggio, perché la mente dirà: “Dopo tutti questi anni, sei esattamente al punto di partenza”.

Ma io dico alla mente: “Taci. Ti farò lavorare. Vedremo chi comanda”. Dovete fare di tutto per conseguire il vostro scopo. Ogni insuccesso vi dà il privilegio d’imparare qualcosa di nuovo e soprattutto vi aiuta a non ripetere gli stessi errori. Quando la mente si indebolisce, anche il vostro corpo diventa debole e vi rifiutate di lavorare. Allora siete finiti, siete morti. Perciò non arrendetevi mai.

La vita è una grande partita. Fate di tutto per vincerla. Migliaia di persone al mondo soffrono, alcuni non hanno le mani o non hanno i piedi per camminare: come potete voi, con tutte le vostre facoltà perfettamente integre, ammettere il fallimento? Non dovete farlo! Quando vi tirate indietro, il vostro modo di vedere è così confuso da farvi pensare che il mondo intero stia retrocedendo. Ma continuerete a progredire se state realizzando qualcosa. Sviluppate il vostro potere mentale. Fate in modo che il mondo intero sia ai vostri ordini!

– Cercate la guida divina –

Organizzate la vostra vita. Non perdete tempo. Se conducete una vita sociale troppo intensa, non concluderete nulla. State da soli. Appartatevi e immergetevi profondamente in voi stessi. Domandatevi: “Come posso avere successo?”. Qualsiasi cosa vogliate fare, pensateci finché non sarete completamente immersi in quell’idea. Pensate, pensate, pensate e fate progetti. Poi concedetevi una pausa, non passate subito all’azione. Fate un primo passo, quindi pensateci ancora.

Qualcosa dentro di voi vi dirà che cosa dovete fare. Fatelo e riflettete ancora. Sarete ulteriormente guidati. Se imparerete a interiorizzarvi, unirete la vostra coscienza con la supercoscienza dell’anima; così, con forza di volontà, pazienza e intuizione infinite potrete far crescere quelle idee-seme del successo.

Mentre cercate di concretizzare ciò che avete in mente, chiedete sempre al Padre di guidarvi. Se il vostro ego è cieco e ha una voce forte, può soffocare l’intuizione e indurvi in errore. Ma se cercate soltanto di compiacere Dio nel vostro tentativo di fare qualcosa di utile, egli guiderà i vostri passi verso il bene. Il modo giusto di lavorare per ottenere il successo è quello di cercare di piacere a Dio, di fare del vostro meglio e poi di non preoccuparvi.

È così che dovete interpretare la vostra parte nel dramma di Dio; ma se vi immedesimate troppo nello spettacolo, vi renderete la vita impossibile. Saprete troppo tardi di aver sprecato del tempo. Perché non fate girare voi la ruota della vita anziché esserne travolti?

– Siete voi che create la vostra debolezza o la vostra forza –

Dovete essere capaci di realizzare qualsiasi cosa decidiate di fare. Quanti esseri umani si lasciano paralizzare dalle proprie cattive abitudini! Evitate le persone che vi inducono a fare del male. L’inerzia che sentite è causata solo da voi. La vostra mente debole è trattenuta proprio dai legami che vi siete creati con le cattive abitudini. Molti si lasciano ipnotizzare dall’ambiente, dalle brutte abitudini, dalle tendenze e dagli stati d’animo che derivano dalle vite passate. Permettere a queste limitazioni di ipnotizzarvi è un insulto alla vostra mente e all’immagine di Dio racchiusa
in voi. Dovete eliminare le cattive abitudini e sviluppare il potere della mente grazie al quale assumerete il controllo sulla vostra vita.

Cominciate a vivere correttamente. Fate esercizio fisico, nutritevi saggiamente e così via. Non pensate di uscirne impunemente se mangiate e vivete in modo sbagliato, anche se per ora non ne soffrite. I devastanti effetti del vostro comportamento si faranno sentire anche troppo presto.

Ricordo una studentessa che pesava più di novanta chili e aveva un aspetto poco giovanile e poco attraente. Mi domandò se poteva fare qualcosa per la sua salute.

“Certo che puoi”, le dissi, “a condizione che eserciti la volontà. Per troppo tempo hai pensato di non poter fare nulla per te stessa; hai ipnotizzato la tua volontà costringendola ad accettare questo pensiero”. Le dissi di fare lunghe passeggiate, di mangiare in abbondanza frutta, verdura e noci e di eliminare tutti i cibi ricchi di amido e i dolci. Le ricordai che all’inizio la mente l’avrebbe spinta a mangiare qualcosa di dolce e che sarebbe stata tentata di cedere. “Ma devi decidere di dimagrire e poi agire di conseguenza con molta volontà”, dissi. Parecchi mesi più tardi la rividi
e le domandai: “Ma sei proprio tu?”. “Sì”, rispose; “È meraviglioso”. Era veramente dimagrita e appariva molto più giovane e felice.

Avete controllato sul vostro conto corrente mentale se le entrate delle esperienze positive sono superiori alle uscite delle azioni negative? No. Vedreste che, in massima parte, le dispendiose abitudini cattive hanno divorato i profitti della felicità. Avevo l’abitudine di autoesaminarmi in questo modo per cercare di trasformare la mia vita come volevo che fosse.

Analizzate la vostra vita.

La mattina vi alzate, dite in fretta una breve preghiera poi fate colazione e andate a lavorare. Più tardi pranzate, poi lavorate ancora; quindi arriva l’ora di cena, seguita da qualche passatempo inutile e, poco dopo, siete già
a letto. La stessa, solita cosa ogni giorno! E ogni giorno la vostra volontà è indebolita dalle imposizioni delle abitudini e dell’ambiente.

Perché permettete questo?

Vi giustificate dicendo: “Un giorno o l’altro cercherò di fare le cose che so di dover fare”, ma quel giorno potrebbe non arrivare mai. Perché limitate le vostre capacità adattandovi al proverbio: “Non fare il passo più lungo
della gamba”? Io penso che dobbiate fare il passo più lungo della gamba e poi mantenerlo. Non siate inutili. Rendete la vostra vita degna di essere vissuta.

(di Paramahansa Yogananda) – da Lista Sadhana yahoo

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In occasione del 49° anniversario della pacifica insurrezione del popolo tibetano, avvenuta a Lhasa il 10 marzo 1959, offro le mie preghiere e rendo omaggio agli uomini e alle donne del Tibet che con coraggio hanno sopportato inenarrabili privazioni e sacrificato le loro vite per la causa del popolo tibetano. Esprimo la mia solidarietà a coloro che oggi subiscono la repressione e i maltrattamenti. Saluto i tibetani dentro e fuori il Tibet, i sostenitori della nostra causa e tutti coloro che amano la giustizia.

Per quasi sei decenni i tibetani dell’intera area del Tibet, conosciuta come Cholkha- Sum (l’insieme delle tre Regioni dell’U-Tsang, del Kham e dell’Amdo), sono stati costretti a vivere, a causa della repressione cinese, in uno stato di costante paura, intimidazione e sospetto. Tuttavia, oltre a conservare la fede religiosa, il senso del nazionalismo e la loro peculiare cultura, i tibetani sono riusciti a mantenere viva la propria aspirazione alla libertà. Nutro grande ammirazione per queste speciali doti del mio popolo e per il suo indomabile coraggio. Ne sono estremamente soddisfatto e fiero.

In tutto il mondo, numerosi governi, organizzazioni non governative e individui, interessati alla pace e alla giustizia, hanno significativamente sostenuto la causa del Tibet. In particolare, nel corso dell’ultimo anno, i governi e gli abitanti di molti paesi ci hanno manifestato il loro appoggio con gesti significativi. Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti loro.

Il problema del Tibet è molto complesso e, per la sua natura, abbraccia molti temi: la politica, la natura della società, la legge, i diritti umani, la religione, la cultura, l’identità di un popolo, l’economia e le condizioni dell’ambiente naturale. Di conseguenza, per risolvere il problema tibetano è necessario adottare un metodo di approccio onnicomprensivo, che sia di beneficio a tutte le parti in causa piuttosto che a una sola. Per questo motivo, ci siamo attenuti con fermezza ad una politica, quella della Via di Mezzo, in grado di garantire vantaggi reciproci e per molti anni ci siamo impegnati con sincerità e costanza per conseguire questi risultati. A partire dal 2002, i miei inviati hanno intrattenuto sei tornate di colloqui con le competenti autorità della Repubblica Popolare Cinese e hanno discusso argomenti di rilevante importanza. Questi colloqui a largo spettro hanno dissipato alcuni dei loro dubbi e ci hanno dato l’opportunità di chiarire le nostre aspirazioni, ma non hanno prodotto alcun risultato concreto circa la questione fondamentale. Inoltre, nel corso di questi ultimi anni, il Tibet ha assistito ad un aumento della repressione e della brutalità. Malgrado questi incresciosi sviluppi, rimane immutata la mia posizione e la mia determinazione a portare avanti la politica dell’approccio della Via di Mezzo e a continuare il dialogo con il governo cinese.

Uno dei maggiori problemi della Repubblica Popolare Cinese è la mancanza di legittimazione del suo governo in Tibet. Il governo cinese potrebbe rafforzare la sua posizione attuando una politica in grado di soddisfare il popolo tibetano e di guadagnarne la fiducia. Se saremo in grado di giungere ad un accordo basato sul reciproco consenso, allora, come ho già molte volte affermato, mi adopererò in ogni modo per ottenere il sostegno del popolo tibetano.

Oggi in Tibet, in seguito ai numerosi e poco lungimiranti interventi del governo cinese, l’ambiente naturale è seriamente danneggiato. La politica cinese di trasferimento della popolazione ha fatto sì che il numero dei non tibetani sia sensibilmente aumentato mentre i tibetani autoctoni sono ridotti ad una minoranza all’interno della loro stessa nazione. Inoltre, la lingua, le usanze e le tradizioni del Tibet, espressione della vera natura e identità del popolo, stanno gradualmente scomparendo e i tibetani sono sempre più assimilati alla preponderante popolazione cinese. In Tibet, la repressione è in continuo aumento, con numerose, inimmaginabili e gravi violazioni dei diritti umani, il rifiuto della libertà di culto e la politicizzazione delle questioni religiose. Questa situazione è causata dalla mancanza di rispetto del governo cinese nei confronti del popolo tibetano, è la conseguenza degli impedimenti che il governo di Pechino, deliberatamente, pone alla base della sua politica di unificazione delle etnie, che di fatto crea discriminazioni tra tibetani e cinesi. Chiedo pertanto alla Cina di porre fine immediatamente a tale politica.

Sebbene le aree abitate dai tibetani siano designate con nomi diversi, quali regione autonoma, prefettura autonoma o contea autonoma, l’autonomia è di fatto solo nominale e non reale. Queste aree sono in realtà governate da persone che non conoscono la situazione locale e sono sotto l’egida di quello che Mao Zedong chiamava “Sciovinismo Han”. Di conseguenza, la cosiddetta autonomia non ha arrecato alcun beneficio tangibile alle etnie interessate. Questa politica fraudolenta, incurante della realtà, sta enormemente danneggiando non solo i due gruppi etnici, ma la stessa unità e stabilità della Cina. È importante che il governo cinese, come affermò Deng Xiaoping, “cerchi la verità dai fatti”, nel vero senso del termine. Quando, davanti alla comunità internazionale, sollevo il problema del benessere del popolo tibetano, il governo cinese mi critica duramente. Ma fino a che non troveremo una soluzione di reciproco beneficio, ho la responsabilità storica e morale di continuare a parlare liberamente a nome del mio popolo. Tuttavia, è noto a tutti che, da quando la leadership politica della diaspora tibetana è eletta direttamente dal popolo, sono in uno stato di semipensionamento.

In virtù del suo grande progresso economico, la Cina sta diventando una nazione potente. Non possiamo che rallegrarcene, ma il potere acquisito offre altresì alla Cina l’opportunità di svolgere un importante ruolo sul palcoscenico globale. Il mondo sta ansiosamente aspettando di vedere in che modo l’attuale leadership cinese metterà in pratica i concetti pubblicamente espressi di “società armoniosa” e “crescita pacifica” alla cui realizzazione il solo progresso economico non è sufficiente: sono necessari sostanziali miglioramenti nei settori del rispetto dello stato di diritto, della trasparenza, del diritto all’informazione e della libertà di parola. E poiché all’interno della Cina coesistono molte etnie, al fine di salvaguardare la stabilità del paese è necessario che ad ognuna sia garantita l’uguaglianza e la libertà di proteggere le rispettive e peculiari identità.

Il 6 marzo 2008 il Presidente Hu Jintao ha dichiarato: “Stabilità e sicurezza in Tibet significano stabilità e sicurezza nel paese”. Ha aggiunto che la dirigenza cinese deve garantire il benessere dei tibetani, migliorare il proprio lavoro in relazione ai gruppi etnici e religiosi e mantenere stabilità e armonia sociale. Le parole del Presidente Hu tengono conto della situazione reale e non vediamo l’ora che ricevano applicazione. Quest’anno i cinesi aspettano con orgoglio e trepidazione l’apertura dei Giochi Olimpici. Fin dall’inizio, ho sostenuto l’idea che alla Cina fosse data l’opportunità di ospitare i Giochi. E poiché eventi di questo tipo, e in modo particolare le Olimpiadi, favoriscono il rispetto dei principi della libertà di parola, di espressione, di uguaglianza e amicizia, la Cina dovrebbe dimostrare di essere un buon paese ospitante facendosi garante di queste libertà. Perciò, oltre a mandare a Pechino i propri atleti, la comunità internazionale dovrebbe sensibilizzare il governo cinese su questi temi. So che, in tutto il mondo, molti parlamenti, individui e organizzazioni non governative si stanno in vario modo attivando perché la Cina colga l’opportunità delle Olimpiadi per attuare cambiamenti positivi. Apprezzo la loro sincerità. E, in totale sintonia, vorrei aggiungere che sarà molto importante stare a vedere cosa accadrà nel periodo successivo alla conclusione dei Giochi. Senza dubbio, i Giochi Olimpici avranno un grande impatto sul modo di pensare del popolo cinese. La comunità internazionale dovrebbe quindi investire la propria energia collettiva nella ricerca delle modalità attraverso le quali garantire, nel modo migliore, cambiamenti positivi e continui all’interno della Cina, anche quando le Olimpiadi saranno concluse.

Desidero cogliere questa occasione per esprimere il mio orgoglio e il mio apprezzamento per la sincerità, il coraggio e la determinazione dei tibetani all’interno del Tibet. Chiedo loro di continuare ad operare in modo pacifico e nell’osservanza della legge così da assicurare a tutte le minoranze della Repubblica Popolare Cinese, compresa quella tibetana, il godimento dei loro legittimi diritti e benefici.

Vorrei inoltre cogliere questa opportunità per ringraziare, in particolare, il governo e il popolo indiano per il loro continuo e incomparabile sostegno ai rifugiati tibetani a alla causa del Tibet e per esprimere la mia gratitudine a tutti quei governi e persone che hanno costantemente a cuore la nostra causa.

Con le mie preghiere per il bene di tutti gli esseri senzienti, Il Dalai Lama

10 marzo 2008

[fonte –  http://www.ticino-tibet.ch]

Riferimenti:

http://www.solonewage.it/Libri-maestri-spirituali/libreria-Dalai-Lama.htm

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IL NATALE nella tradizione iniziatica

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Dal pensiero del 25/10/2008.

“Nascere significa entrare sotto la legge della benedizione. La nascita è la possibilità data all’essere umano di riparare i propri errori del passato e di sviluppare le forze luminose latenti in lui. Un bambino viene al mondo solamente perché un uomo e una donna si sono uniti per amarsi; è quell’amore a dargli la vita. Nascendo, ogni essere umano riceve la visita di Dio. So bene che molti bambini non sono realmente figli dell’amore, ma io parlo in generale, mi attengo a dei principi. Quando un uomo e una donna s’incontrano e pensano di diventare padre e madre, non iniziano immaginando che il loro bambino sarà frutto del caso o sarà il risultato di una violenza, e neppure pensano che ricorreranno a mezzi artificiali di procreazione. Nel profondo del cuore e dell’anima, ciascuno comprende la nascita come il frutto naturale dell’amore.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov – Edizioni Prosveta

Quando ci liberiamo dall’aspetto formale del Natale – così come lo conosciamo – e lo purifichiamo dall’ossessiva commercializzazione di cui è diventato protagonista, possiamo recuperare il valore psichico, mistico e cosmico di cui è portatore.

Nel suo libro Natale e Pasqua nella tradizione iniziatica – Edizioni Prosveta, il Maestro Aïvanhov afferma:

“Se esistono quattro feste cardinali: Natale, Pasqua, le feste di S. Giovanni e di S. Michele, ciò non è dovuto al caso, o perché è piaciuto a qualche religioso istituirle, ma perché le quattro date cadono in corrispondenza di fenomeni cosmici. Nel corso dell’anno, il sole passa per i quattro punti cardinali (equinozio di primavera, solstizio d’estate, equinozio d’autunno e solstizio d’inverno), e durante questi quattro periodi avvengono nella natura dei forti impulsi e delle grandi circolazioni di energie che influenzano la terra e tutti gli esseri che la popolano: le piante, gli animali, gli uomini… Gli iniziati, che hanno studiato tali fenomeni, hanno constatato che se l’uomo presta attenzione, se si prepara e si mette in uno stato di armonia per ricevere quegli influssi, possono prodursi in lui grandi trasformazioni.

La tradizione cristiana ci dice che Gesù è nato alla mezzanotte del 25 dicembre. Il 25 dicembre il sole è appena entrato nella costellazione del capricorno. Simbolicamente il capricorno è legato alle montagne, alle grotte, ed è appunto nell’oscurità di una grotta che il Bambino Gesù può nascere. Per tutto il resto dell’anno, la natura e l’uomo hanno svolto una grande attività, ma all’approssimarsi dell’inverno, molte attività si arrestano, i giorni si accorciano, le notti si allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento, cose queste che permettono all’uomo di penetrare nelle profondità del suo essere e di trovare le condizioni per la nascita del Bambino… Ma lasciamo da parte il particolare di sapere se Gesù è veramente nato il 25 dicembre a mezzanotte. A noi interessa il fatto che, attorno a quella data, ha luogo nella natura la nascita del principio cristico, di quella luce e di quel calore che trasformano tutto.”

I tanti elementi menzionati dalla tradizione – personaggi, animali e cose – hanno un grande simbolismo sia sul piano individuale che collettivo (e nel testo citato possiamo approfondire tale studio), ma sono soprattutto rivelatori di aspetti che dobbiamo imparare a conoscere e ad utilizzare per il nostro lavoro interiore, il cui scopo è la nascita della consapevolezza; ma prima di arrivare a questo punto, bisogna tornare un po’ indietro:

“La vita di un bambino non inizia con la sua venuta al mondo. Prima di nascere, esisteva già in un luogo dove sua madre lavorava alla sua formazione. Una nascita è dunque paragonabile alla presentazione di un’opera di uno scultore o di un pittore: si solleva il velo che la nascondeva e ora tutti possono vederla, perché è giunta a compimento. Certo, è così, ma l’essenziale è che questo lavoro era stato iniziato molto tempo prima, cioè nell’istante in cui il bimbo era ancora solo un seme… Ecco il motivo per il quale, per capire il fenomeno della nascita, dobbiamo prima studiare il seme.

Immaginate un liquido nel quale si siano fatti sciogliere dei sali di cristallo: è trasparente e in questo liquido non vedete nulla. Ma se lo trattate in determinate maniere, se ad esempio lo scaldate, si andranno formando dei cristalli seguendo certe linee di forza e vedrete apparire delle figure geometriche. Ogni atomo di un elemento chimico possiede la proprietà di cristallizzarsi in un modo o nell’altro, ed è così che si formano i cristalli, trovando ogni atomo il suo posto in funzione di determinate linee di forza. Lo stesso fenomeno avviene con il seme: il seme è come una soluzione chimica, che possiede delle proprietà specifiche, che attendono il momento favorevole per manifestarsi.

Andrò ancora oltre dicendo che il seme è un talismano preparato dal Creator per attirare forze ed elementi dallo spazio. Quando mettete questo seme in certe condizioni, vale a dire quando lo piantate nella terra dandogli l’umidità e il calore indispensabili, esso attira tutti gli elementi che gli corrispondono e comincia a crescere. Il seme in sé non possiede questi elementi, che si trovano invece distribuiti nello spazio, per cui tocca al seme attirarli a sé. Il seme in sé stesso – ed è questa la ragione per cui è così minuscolo – possiede solo il progetto di quello che più tardi sarà l’albero, con le sue radici, il suo tronco, i suoi rami, le sue foglie, i suoi frutti.”

Allo stesso modo del bambino nel grembo materno e del seme piantato nel terreno, la realizzazione di un individuo consapevole è il punto di arrivo di una gestazione interiore che parte dalla cura del seme:

“La vita psichica di ogni uomo contribuisce alla trasformazione degli elementi contenuti nelle sue cellule e nel suo sangue… Così come lo è per la madre, anche il discepolo ha il compito di costruire in sé un altro corpo, ma un corpo spirituale che gli permetterà di nascere una seconda volta. Egli nutre l’idea, il progetto : il Regno di Dio e la sua giustizia, la perfezione, l’armonia, e ora deve realizzarlo giorno per giorno apportandovi i materiali necessari. Anzi, sarebbe più esatto dire che sono i materiali stessi a presentarsi spontaneamente. Quando avete preparato un piano e lo mettete in evidenza, esso attira dal cosmo tutti gli elementi che gli corrispondono, i quali andranno a distribuirsi secondo le linee di forza di tale piano.

La seconda nascita è un lavoro cosciente, che parte da uno schema che abbiamo in noi, nella nostra mente… Quando parlo del lavoro che compie la madre sul bambino che porta in seno, parlo naturalmente di un lavoro subcosciente… Alla stessa stregua, quando un discepolo assume il ruolo di madre, per mettere al mondo un bambino divino, non è necessario che conosca i dettagli della sua formazione…

Che si tratti della vita interiore o della vita fisica, affinché il bambino nasca in buone condizioni, la cosa più importante è il modo di vivere della madre…”

Realizzarsi come individui consapevoli è il più grande lavoro che possa essere intrapreso, perché libera dall’oscurità della paura e dal peso delle sofferenze; è allora che il Bambino Gesù e il bambino in noi si sentono lo stesso bambino, e il Natale diventa il possibile risultato di una completa realizzazione.

Elisabetta Mastrocola

Ufficio Stampa Prosveta

elisabetta.mastrocola@alice.it

www.prosveta.it

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